RIANIMAZIONE CARDIORESPIRATORIA AI TEMPI DELLA PANDEMIA DA SARS-CoV-19!

19 Giugno 2020

L’arresto cardiocircolatorio costituisce la principale causa di morte nel nostro paese… I casi di morte cardiaca improvvisa sono stimati tra 50.000 e 70.000 ogni anno e tra i casi che necessitano di rianimazione cardiopolmonare (ventilazione e compressioni toraciche) ci sono quelli correlati l’annegamento, che conta circa 400 decessi.
Per far fronte a questi numeri ci viene in aiuto la tecnologia che dovrebbe essere sempre attivamente supportata da un’ampia attività di PREVENZIONE, FORMAZIONE e ADDESTRAMENTO effettuata su larga scala e incrementata visto che i soccorritori sia laici che sanitari in questo periodo sono maggiormente esposti al rischio di infezione.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha valutato la rianimazione cardiorespiratoria, anche se considerata una manovra salvavita e in quanto tale è indispensabile effettuarla senza indugio, come un’attività altamente a rischio di contaminazione virale per tutti i soccorritori, quindi da effettuarsi con specifiche precauzioni. È dunque per tale motivo che sono state apportate delle modifiche ad interim ai protocolli di rianimazione universalmente riconosciuti, con la circolare del Ministero della Salute del 5 Giugno 2020, che si focalizza su tre temi:
– Il soccorso balneare;
– Il soccorso e le manovre di rianimazione cardiopolmonare extra ospedaliere per i soccorritori laici.
– La formazione in sicurezza dei soccorritori ai fini del rilascio della certificazione BLS-D (inerente la defibrillazione).
In questo articolo ci soffermeremo a parlare del soccorso balneare visto il cospicuo numero di morti nel nostro paese, ovvero circa 400.
Il Bagnino di Salvataggio (BDS) è definito come un soccorritore non sanitario di elevata specializzazione per l’ambiente di balneazione che, oltre a far fronte alle responsabilità proprie di questo mestiere, a causa dell’emergenza Covid, deve osservare ulteriori accorgimenti. È importante che il bagnino abbia sempre a disposizione durante il suo servizio i Dispositivi di Protezione Individuali (DPI) appropriati, compresa una mascherina supplementare per la vittima, il sistema pallone-filtro-maschera e, ove obbligatorio, una fonte di ossigeno con un circuito-maschera per la sua erogazione.
In caso di annegamento, la fase di salvataggio deve avvenire con procedura rescue can o rescue T-Tube che consente un distanziamento dalla vittima o in alternativa, a giudizio dello stesso BDS, utilizzare il pattino o la tavola di salvataggio e durante tale intervento deve sempre indossare maschera e boccaglio. Successivamente, la fase di soccorso, che deve essere possibilmente completa (ventilazione + massaggio cardiaco + ossigeno) avviene con il pallone auto-espansibile (tipo Ambu) e, solo in casi limite, con la pocket-mask provvista di tubo distanziatore. Entrambi i dispositivi saranno accoppiati ad una fonte di erogazione di ossigeno normobarico. Questi dispositivi fanno parte dell’equipaggiamento messo a disposizione dei BDS. Da evitare la ventilazione bocca a bocca e durante il massaggio cardiaco è opportuno appoggiare sul viso della vittima una mascherina o un telino, che devono essere prontamente rimossi in caso di un episodio di vomito.

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